13 giugno 313: Editto di Milano

13 giugno 313: Editto di Milano

L’editto che favorì la libertà di culto

In questa data, a Mediolanum, capitale della parte occidentale dell’Impero, viene firmato un editto che cambierà per sempre la storia. I due Augusti, Costantino per la parte occidentale e Licinio per la parte orientale, decisero infatti di concedere a tutti i cittadini dell’Impero, Cristiani compresi, la libertà di professare la loro religione. Così recita il preambolo di questo documento.

Noi, dunque Costantino Augusto e Licinio Augusto, essendoci incontrati proficuamente a Milano e avendo discusso tutti gli argomenti relativi alla pubblica utilità e sicurezza, fra le disposizioni che vedevamo utili a molte persone o da mettere in atto fra le prime, abbiamo posto queste relative al culto della divinità affinché sia consentito ai Cristiani e a tutti gli altri la libertà di seguire la religione che ciascuno crede, affinché la divinità che sta in cielo, qualunque essa sia, a noi e a tutti i nostri sudditi dia pace e prosperità.

 

Costantino non inventò nulla

Ci sono da svelare alcuni retroscena tuttavia: l’editto di Milano infatti non fu il primo nel suo genere: già qualche anno prima, l’imperatore Galerio decise di iniziare con una politica permissiva verso i Cristiani, dal momento che le persecuzioni volute da lui e da Diocleziano erano state alla lunga inefficaci.

Il 23 febbraio 303, Diocleziano ordinò la #distruzionetotale della chiesa cristiana, in occasione della festa dei…

Pubblicato da Renovatio Imperii su Giovedì 23 febbraio 2017

 

Lo stesso Costantino, che passò alla storia come Imperator Christi, agì in questo modo semplicemente per calcolo politico: prova di ciò è che non proibì mai il culto pagano (fece costruire diversi templi alle divinità olimpiche), cercando sempre una linea di compromesso e unione tra queste due anime. Un trattato insomma che di religioso ha solo il contenuto. Per Costantino l’obbiettivo era molto più alto:

«Far confluire in un’unica forma e idea le credenze religiose di tutti i popoli, rivitalizzando e riequilibrando l’intero corpo dell’Impero, che giaceva in rovina come per l’effetto di una grave ferita.»

 

 

 

Davide Montingelli

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