BRICS+: sorge un nuovo ordine

BRICS+: sorge un nuovo ordine

A fine agosto si è svolto il 15° vertice del blocco dei paesi BRICS in Sudafrica. Il gruppo, finora riunitosi in modo abbastanza informale, ha convocato a Johannesburg non solo i membri ufficiali (ovvero Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), ma anche una lunga lista di delegati in rappresentanza di paesi terzi molto interessati allo sviluppo del forum; in totale, sono stati 69 i paesi invitati, fra cui tutti quelli africani, e almeno 23 interessati ad aderire ai BRICS.1

Cosa vogliono quindi i paesi BRICS? Come nacque questo forum che riunisce paesi oltremodo diversi, forse aventi in comune solo lo status di economie emergenti? Quali sono le potenzialità di una tale associazione? Qui vi presentiamo un quadro sintetico dei punti salienti.

BRICS: da ipotesi a realtà

Non a tutti è noto che il raggrupamento di Brasile, Russia, India, e Cina (in seguito con l’aggiunta del Sudafrica) nacque nell’ambito finanziario nei primi anni 2000 come esempio di paesi in via di sviluppo nei quali gli investitori stranieri avrebbero potuto espandere i propri investimenti.2 L’interesse da parte degli analisti finanziari era suscitato dall’enorme potenziale dei paesi in oggetto, sia per quanto riguarda il loro PIL complessivo, con una stima che inizialmente li avrebbe visti alla pari dei paesi del G7 entro il 2050 (in seguito, entro il 2032), sia per quanto riguarda la popolazione, già prossima al 40% di quella globale.3

Fu anche l’insieme di queste aspettative positive verso i BRICS a spingere i governo dei suddetti paesi ad intensificare i rapporti istituzionali, fin quando non ebbe luogo il primo summit ufficiale in Russia a Yekaterinburg, nel 2009.4
Fin da subito, i BRICS espressero chiaramente la propria posizione avversa ad un ordine politico-economico unipolare (e quindi eminentemente americano-centrico), ravvisando la necessità di un superamento del ruolo sproporzionato del dollaro statunitense nel commercio globale, oltre ad avere avviato una collaborazione informale anche in fora di varia natura5; nonostante il fallimento del cosiddetto «Doha Round» dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) sia in sé un argomento complesso e controverso, si ritiene peraltro che i BRICS siano stati in grado di bloccare l’implementazione di misure che ritenevano svantaggiose (tutele del lavoro, limiti ecologici), riuscendo al contempo a portare avanti misure antiprotezionistiche per le esportazioni agricole a loro favore6, specialmente a partire dalla seduta del «Doha Round» di Bali, nel 2013.7

Nonostante ciò, si è talvolta riconosciuto che all’infuori di questioni prevalentemente economiche, le differenze fra i paesi BRICS erano ancora troppo grandi per una vera spinta di cooperazione che abbracciasse anche, fra gli altri, l’ambito politico e securitario.8 Bisogna tuttavia tenere presente che gli anni fra 2000 e 2019, come si potrebbe argomentare, rappresentavano ancora un’epoca prematura affinché alcuni interessi cruciali dei BRICS convergessero: nonostante il famoso discorso di Monaco di Vladimir Putin, nel quale enunciò dettagliatamente le questioni critiche che preoccupavano la Federazione Russa come potenza9, la Russia era appena uscita dal caos post-sovietico ed appariva troppo debole affinché le sue rimostranze venissero prese sul serio; al contempo, la Cina del presidente Hu Jintao si affacciava sì sullo scacchiere mondiale come forza di primo piano, ma il suo consolidamento economico10 e politico11 era ancora in corso, e continuava ancora nei modi e tempi tradizionali del partito comunista cinese. Per Sudafrica, Brasile e India, invece, non vi era all’epoca alcun vantaggio specifico nel contestare l’unipolarismo occidentale. Nel momento in cui fu fondato ufficialmente il forum BRICS non esisteva quindi nessuna spinta decisiva che potesse spingere i paesi membri a coordinarsi in modo non occasionale, ma sistematico.

Verso i BRICS+: tendenze e potenzialità

Negli ultimi anni le dinamiche geopolitiche che coinvolgono i paesi BRICS sono cambiate molto rapidamente. Il rovesciamento del governo Janukovič nel corso delle proteste del cosiddetto «Euromaidan», la secessione di alcune aree del Donbass e l’annessione russa della Crimea hanno posto le basi per il progressivo congelamento dei rapporti fra Russia e Occidente12, poi evolutosi nella sfida aperta al blocco anglo-europeo nel contesto della invasione dell’Ucraina nel 2022.

In Cina, l’ascesa di Xi Xinping alla guida del paese ha posto le basi per l’evoluzione della Repubblica popolare in una potenza ambiziosa e sempre più assertiva: la forze armate cinese hanno intrapreso programmi di ammodernamento e ampliamento di larghissimo respiro13, sviluppando nuovi vascelli militari e raggiungendo livelli avanzati di sviluppo di armi e strategie anti-accesso/interdizione d’area (A2/AD)14, mentre il dislocamento totale della Marina Popolare di Liberazione cinese ha superato quello della marina statunitense15, potendo sicuramente competere con essa, se non in mare aperto, quanto meno nel Mar Cinese Meridionale. A ciò si è accompagnato un vasto programma di consolidamento del potere di Xi nelle istituzioni del paese, oltre al rilancio del confronto con gli USA e all’obiettivo dichiarato di perseguire una politica estera indipendente dagli interessi statunitensi.16 Financo l’arsenale nucleare è in fase di espansione.17

In India, la presidenza Modi continua ad accrescere la statura internazionale del proprio paese, avendo avviato una offensiva economico-diplomatica sia verso i paesi del Sudest asiatico, sia verso le grandi potenze eurasiatiche, prima fra tutte la Cina.18 Il carattere espressamente nazionalista di Modi ha finora caratterizzato un riposizionamento sullo scacchiere internazionale talvolta più guidato dall’opportunismo che dalla convinzione ideologica, ma che potrebbe adesso fare un salto di qualità, nonostante l’India rimanga in buoni rapporti con i paesi anglo-europei19.
Mentre il Sudafrica risulta essere sicuramente la potenza meno notevole fra i BRICS, è opportuno anche notare che il ritorno al potere del presidente brasiliano Lula sta rapidamente riportando il più importante fra i paesi sudamericani ad un approccio autonomo e velatamente anti-statunitense, essendo Lula non solo legato ad una tradizione politica di sinistra latinoamericana, ma anche conscio delle potenzialità del proprio paese20.

La notizia più importante di questi giorni è stata l’annuncio di una significativa espansione dei BRICS a capodanno 2024: diverranno membri anche l’Arabia Saudita, l’Iran, l’Etiopia, l’Egitto, l’Argentina e gli Emirati Arabi Uniti. L’aggiunta di questi paesi porterà ad una significativa crescita di influenza dei BRICS: con essi, il club rappresenterà il 29% del PIL mondiale, il 46% della popolazione, il 43% della produzione di petrolio greggio21, mentre i membri fondatori posseggono già più del 50% di tutti i giacimenti di terre rare.22 Il solo ingresso dell’Argentina porterà ai BRICS un sesto della produzione mondiale di litio, mentre il controllo di risorse come idrocarburi e terre rare potrebbe far divenire i BRICS un attore simile all’organizzazione OPEC per importanza nel commercio di energia e materie prime.23
Nonostante il tema della dedollarizzazione dell’economia globale venga ciclicamente riesumato, pare comunque che i paesi BRICS siano adesso ben determinati a porre le basi per uno sganciamento dalla moneta statunitense, e si ipotizza anche una moneta sostenuta dall’oro da introdursi in un futuro non meglio precisato24. Per quanto si tratti ancora di una ipotesi, il fatto che le economie dei paesi BRICS+ controlleranno enormi percentuali della disponibilità di risorse chiave a livello globale potrà sicuramente avere un impatto, se essi decidessero di preferire valute diverse dal dollaro americano.25

Potrebbe ad esempio essere il caso del petrolio, generalmente venduto al livello globale in cambio di dollari statunitensi secondo il cosiddetto sistema del «petrodollaro». Da tempo, tuttavia, è cominciata una graduale avanzata del «petroyuan» contro il «petrodollaro»: paesi come l’Angola e l’Arabia Saudita hanno cominciato a esportare petrolio accettando pagamenti in yuan cinesi.26 Nonostante il dollaro statunitense continui a rimanere la valuta privilegiata per le transazioni di natura puramente finanziaria, alcuni analisti ravvisano che nei prossimi anni potrebbe avvenire una possibile frammentazione nel sistema monetario globale, nella misura in cui lo yuan potrebbe diventare (assieme ad altre valute) la moneta preferita per la compravendita di beni tangibili e materie prime.27 Lo spostamento verso altre valute meno «politicizzate» rispetto al dollaro, assieme ad una notevole tendenza accumulativa delle riserve auree che si è riscontrata negli ultimi anni, potrebbero anche risultare dal timore di alcuni paesi di subire in futuro gravi danni economici, se delle ipotetiche sanzioni occidentali li dovessero trovare ancora completamente dipendenti dai circuiti finanziari anglo-europei.28

Bisogna inoltre notare che l’inclusione dell’Etiopia ha un alto valore simbolico. L’Etiopia è difatti uno dei paesi più poveri dell’Africa, ma è anche nella capitale Addis Abeba che ha sede l’Unione Africa. La grande partecipazione di paesi africani al summit in Sudafrica non lascia spazio a dubbi riguardo l’interesse del continente verso i BRICS+, anche visto che la Cina ha espressamente evidenziato le potenzialità dei BRICS+ come piattaforma per lo sviluppo e la crescita in tutto le aree emergenti senza intromissioni nella politica interna – e in particolare, in Africa.29
Pure l’inclusione di paesi storicamente nemici l’uno dell’altro, come l’Iran e l’Arabia Saudita, è altamente simbolica anche verso l’area del Medio e del Vicino Oriente, oltre ad essere una sfida verso la presenza geopolitica nordamericana in queste aree (anche visti i rapporti fra USA e Arabia Saudita); questo potenziale ideazionale non va sottovalutato anche visti i sommovimenti nella zona, vista la recente riammissione della Siria alla Lega Araba e la crescente volontà di chiudere la questione siriana,30 anche per ridimensionare la spinta neo-ottomana e anglo-europea nella regione.

Conclusioni

I BRICS+ potrebbero diventare una nuova importante piattaforma per la ridefinizione degli equilibri geopolitici, oppure no. Come si è notato, i livelli di interscambio economico fra i paesi BRICS sono finora stati abbastanza limitati31, ma una maggiore coordinazione sull’interscambio di risorse chiave potrebbe sicuramente alterare la situazione.
Sedici paesi hanno fatto domanda di accettazione, fra cui Algeria, Cuba, Indonesia, Palestina e Vietnam; non è al momento chiaro quando e se ci sarà un iter di accettazione, o secondo quali princip
î. Inoltre, non è detto che una espansione senza chiare prospettive politiche sia necessariamente una mossa vincente32, come peraltro si è peraltro discusso relativamente all’espansione dell’UE (e specialmente quando gli interessi economici divergono).33
Indubbiamente, gli interessi geopolitici rimangono divergenti, ma laddove non dovesse bastare una motivazione geopolitica, una motivazione geoeconomica potrebbe essere sufficiente a compattare i BRICS+ in una entità di grande spessore internazionale.
Una nuova valuta sostenuta dall’oro o da un paniere di valute34, spinte economico-politiche legate a idrocarburi o risorse strategiche, o la volontà di sganciarsi da un modello di globalizzazione di stampo occidentale ormai inviso a molti – tutti questi fattori potrebbero far divenire i BRICS+ una neonata «Lega peloponnesiaca» (la coalizione guidata da Sparta che, fra successi e rovesci, mosse guerra ad Atene) di potenze unite da motivi pratici più che ideologici. Si tratta certamente di una seria possibilità che richiederà l’attenzione e le riflessioni di analisti e decisori politici occidentali.

Orlando Miceli

Note:

1Cfr. Fasulo, F. Brics: vertice del Sud Globale. In: ISPI, 21/08/2023. Disponibile a: www.ispionline.it/it/pubblicazione/brics-vertice-del-sud-globale-138804 [ultimo accesso: 26.08.2023]

2Cfr. Pant, H. V. The BRICS Fallacy. In: The Washington Quarterly, 36, 3, 2013. pp. 91-105.

3Ibidem.

4Ibidem.

5Cfr. Ibidem.

6Cfr. Ibidem, pp. 95.

7Cfr. Banwell Ayres, The Role of the WTO in Assisting DevelopingCountries, Especially the BRICS: an Analysis of Doha and Bali. In: University of Chicago Law School, Student Papers, 2015.

8Cfr. ant, H. V. The BRICS Fallacy. Cit. pp. 96-103.

9Parkhitko N.P. & Martynenko E.V. Global Political Aspects of Putin’s Speech at the 43-th Munich Security Conference. One Decade Past. In: RUDN Journal of Political Science, 20, 1, 2018. pp. 7-20. doi: 10.22363/2313-1438-2018-20-1-7-20

10Schüller, M., & Schüler-Zhou, Y. China’s Economic Policy in the Time of the Global Financial Crisis: Which Way Out?. In: Journal of Current Chinese Affairs, 38, 3, 2009. pp. 165–181. https://doi.org/10.1177/186810260903800308

11Cfr. Cabestan, J.-P. China’s Foreign- and Security-policy Decision-making Processes under Hu Jintao. In: Journal of Current Chinese Affairs, 38, 3, 2009. pp. 63–97. https://doi.org/10.1177/186810260903800304

12Gerhard, S. Die Ukraine, Russland und der Westen. Die Bilanz nach einem Jahr der Präsidentschaft von Poroschenko. In: Ukraine-Analysen, 154. 2015, pp. 2-4.

13Cfr. Thompson, D. The Rise of Xi Jinping and China’s New Era: Implications for the United States and Taiwan. In: Issues & Studies, 56, 1, 2040004. 2020. pp. 6-12. doi:10.1142/s1013251120400044

14Ibidem.

15Axe, D. Yes, The Chinese Navy Has More Ships Than The U.S. Navy. But It’s Got Far Fewer Missiles. In: Forbes, 10/11/2021. Disponibile a: www.forbes.com/sites/davidaxe/2021/11/10/yes-the-chinese-navy-has-more-ships-than-the-us-navy-but-its-got-far-fewer-missiles/ [ultimo accesso: 27.08.2023]

16Cfr. Zhao, S. Top-Level Design and Enlarged Diplomacy: Foreign and Security Policymaking in Xi Jinping’s China. In: Journal of Contemporary China, 32, 139, 2023. pp. 73-86, DOI: 10.1080/10670564.2022.2052440

17Bugos, S. & Masterson, J. New Chinese Missile Silo Fields Discovered. In: Arms Control Association. Settembre 2021. Disponibile a: www.armscontrol.org/act/2021-09/news/new-chinese-missile-silo-fields-discovered [ultimo accesso: 27.08.2023]

18Cfr. Gupta, S. Mullen, R. D. & al. Indian Foreign Policy under Modi:A New Brand or Just Repackaging?. In: International Studies Perspectives, 20, 1, 2019. pp. 1-45.

19Cfr. Fazi. T. The dawn of the Brics World Order. In: UnHerd, 30/08/2023. Disponibile a: unherd.com/2023/08/the-dawn-of-the-brics-world-order/ [ultimo accesso: 30.08.2023]

20Guanella, E. Se Lula porta in Cina la voce dei non-allineati. In: ISPI, 11/04.2023. Disponibile a: www.ispionline.it/it/pubblicazione/se-lula-porta-in-cina-la-voce-dei-non-allineati-122500 [ultimo accesso: 27.08.2023]

21Lu, M. Visualizing the BRICS Expansion in 4 Charts. In: VisualCapitalist, 24/08/2023. Disponibile a: www.visualcapitalist.com/visualizing-the-brics-expansion-in-4-charts/ [ultimo accesso: 27.08.2023]

22Cfr. AA. VV. Mineral Commodity Summaries – Rare Earths. In: USGS – National Minerals Information Center, 2023. Disponibile a: pubs.usgs.gov/periodicals/mcs2023/mcs2023-rare-earths.pdf

23Cfr. Baskaran, G. & Cahill, B. Six New BRICS: Implications for Energy Trade. In: CSIS, 25/08/2023. Disponibile a: www.csis.org/analysis/six-new-brics-implications-energy-trade

24AA. VV. With major oil exporters joining BRICS, local currency settlements rather than US dollar become more natural: analysts. In: Global Times, 25/08/2023. Disponibile a: www.globaltimes.cn/page/202308/1296990.shtml [ultimo accesso: 27.08.2023]

25Ibidem.

26Cfr. Fantacci, C. & Gobbi, L. Petroyuan in rampa di lancio?. In: ISPI, 21/04/2023. Disponibile a: www.ispionline.it/it/pubblicazione/petroyuan-in-rampa-di-lancio-126254 [ultimo accesso: 27.08.2023]

27Ibidem.

28Ibidem.

29Cfr. Fazi. T. The dawn of the Brics World Order. In: UnHerd, 30/08/2023. Disponibile a: unherd.com/2023/08/the-dawn-of-the-brics-world-order/ [ultimo accesso: 30.08.2023]

30Serra, M. Siria: ritorno nella Lega Araba. In: ISPI, 8/05/2023. Disponibile a: www.ispionline.it/it/pubblicazione/siria-ritorno-nella-lega-araba-128030 [ultimo accesso: 30.08.2023]

31Cfr. Kopytsev, I. & Loshkaryov, I. How Can BRICS Take Africa Aboard?. In: RIAC, 13/07/2023. Disponibile a: russiancouncil.ru/en/analytics-and-comments/analytics/how-can-brics-take-africa-aboard/

32Cfr. Kortunov, A. BRICS: Between Broadening and Deepening. In: RIAC, 21/08/2023. Disponibile a: russiancouncil.ru/en/analytics-and-comments/analytics/brics-between-broadening-and-deepening/ [ultimo accesso: 30.08.2023]

33Cfr. Schimmelfennig, F. The Community Trap: Liberal Norms, Rhetorical Action, and the Eastern Enlargement of the European Union. In: International Organization, 55, 1, 2001. pp. 47-80. doi:10.1162/002081801551414

34Cfr. Lissovolik, Y. Upgrading Bretton Woods: A Case for “Currency Baskets”. In: RIAC: 12/08/2023. Disponibile a: russiancouncil.ru/en/analytics-and-comments/analytics/upgrading-bretton-woods-a-case-for-currency-baskets/