Gli scontri nel bacino del Donbass stanno raggiungendo in questi giorni un crescendo di intensità senza precedenti nei mesi passati; attorno a Severodonetsk, interessata da queste ore da vaste manovre d’attacco delle forze russe, si sta forse materializzando la definitiva perdita d’iniziativa delle forze ucraine, che sono adesso a rischio di accerchiamento in diverse sacche isolate[1] [2]. Contemporaneamente proseguono le forniture di armamenti leggeri e pesanti da parte dei paesi NATO, in primis gli Stati Uniti, che si può immaginare vengano fatti arrivare principalmente dalle parti di Leopoli, che però dista più di mille chilometri dal Donbass. Non è quindi chiaro quando e se questi armamenti vengano subitaneamente inviati al fronte, fra le crescenti preoccupazioni di chi si interroga sul traffico di armi clandestino e la scomparsa di tonnellate di armi [3].
Ad ogni modo, la scala raggiunta dal confronto di armi e uomini non ha precedenti nell’Europa post-bellica, e ci sono già alcuni che descrivono la guerra russo-ucraina come una guerra “da XX secolo”[4]. In particolare, nella comunità di intelligence e negli ambienti di analisi strategica e militare ci si è concentrati a più riprese sul ruolo dei carri armati.
La situazione logistica dei corazzati in Ucraina
Le perdite di mezzi corazzati e blindati in Ucraina sono state senza dubbio immense, frutto di piani troppo ambiziosi per vastità delle aree attaccate nella prima fase e per le tempistiche che ci si aspettava da forze sostanzialmente sotto organico. Fonti di intelligence open source documentano circa 800 carri armati persi dalle forze armate russe, di cui almeno la metà abbandonati e “catturati” dalle forze ucraine[5]; queste sono certamente cifre delle quali essere in certa misura scettici, specialmente per quanto riguarda i mezzi “catturati”, che probabilmente hanno interessato soprattutto la prima fase del conflitto. Allo stesso modo, è difficile pensare che le forze ucraine (in perenne penuria di mezzi, pezzi di ricambio e carburante) siano riuscite a fare uso su larga scala dei suddetti mezzi, mentre è più probabile che essi siano stati riconquistati dai russi in seguito a manovre militari o che giacciano ancora là dove furono abbandonati.
Ad ogni modo è indubbio che le perdite siano state pesantissime. Stesso discorso per le forze ucraine, le cui dotazioni indigene pare siano state gravemente danneggiate; fonti open source registrano almeno 200[6] carri armati persi; le recenti dichiarazioni di un generale dell’esercito ucraino si riferiscono ad almeno 400 corazzati persi[7] su un totale di circa 900 in servizio prima della guerra; è probabile che le vere cifre siano molto più alte e che coinvolgano per inferenza almeno 2/3 del comparto corazzato ucraino (da cui le recenti suppliche alla NATO affinché invii armi pesanti), anche considerando che una delle principali fabbriche di pezzi e mezzi si trova a Kharkov[8], in una zona pesantemente coinvolta dai combattimenti, ed è improbabile che essa possa rispondere ai bisogni logistici delle forze armate ucraine. Almeno 270 T-72M, mezzi efficaci e ben tenuti, sono stati ricevuti da Polonia e Cechia[9], ma la tendenza è certamente verso l’esaurimento delle riserve.
Prospettive russe nella guerra corazzata
Il grave attrito subito da unità equipaggiate con carri di qualità media e medio-alta (principalmente versioni modernizzate di T-72 e T-80) ha sicuramente costernato gli stati maggiori russi, costringendoli a ripensare l’impiego dei propri corazzati, oltre a cercar di far fronte alle perdite in modo adeguato.
Nonostante gli armamenti in riserva siano una quantità immensa (alcune fonti stimano in 10,000 i carri armati in riserva della Federazione Russa[10]; una stima più ragionevole si aggirerebbe attorno ai 4-5000[11]), la loro riattivazione è demandata a depositi militari appositi che hanno una capacità limitata, di solito fra i 20 e i 40 mezzi riattivati al mese. La base industriale-militare è quindi limitata da fattori non modificabili; il rateo di attrito può tuttavia essere limitato da un ripensamento del ruolo operativo dei corazzati nelle operazioni, e questo sembra esserci stato.
Le operazioni sono state infatti ripensate e riorganizzate rispetto al primo mese di guerra. Le grandi manovre di sfondamento dei corazzati sono state abbandonate a seguito delle grandi perdite subite e del non raggiungimento degli obbiettivi tattici da parte di quasi tutte le unità (ad eccezione di quelle scelte, che nella prima fase erano risultate abbastanza efficaci); si è quindi ritornati ad uno stile più “classico” (ovvero risalente alle esperienze belliche sovietiche della seconda guerra mondiale), con un pesante ricorso al tiro di preparazione e di interdizione con le artiglierie, assalti di fanteria su scala gestibile, ed una (pur limitata, per vari motivi) collaborazione interforze con l’aeronautica. In questo contesto, le forze armate russe e le milizie popolari che li fiancheggiano hanno riassegnato i propri carri armati a compiti di supporto di fuoco, fornendo un supplemento d’artiglieria sul corto raggio e rapidamente impiegabile. Allo stesso tempo, la posizione più arretrata e meno esposta durante la manovra diminuirà sicuramente le perdite in combattimento.Un altro vantaggio potrebbe essere risultare dall’obbligare i difensori ucraini ad usare i vari ATGM (missili anticarro guidati) e MANPATS (missili anticarro spalleggiabili) forniti loro da partner stranieri fuori ruolo, ovvero utilizzandoli in funzione antiuomo, antimateriale o persino di sbarramento, tendenze che sono peraltro già state documentate in altri contesti come la Siria[12], e che rappresenterebbero una tentazione a cui sarebbe difficile resistere anche data la scarsissima artiglieria ancora a disposizione delle forze armate ucraine[13], ma chiaramente riducendo il potenziale difensivo anticarro a fronte delle forniture limitate di questi armamenti.
In merito a ciò, hanno fatto scalpore in Occidente le prime notizie riguardo la riattivazione di carri armati T-62MV[14], e molti hanno ceduto alla tentazione del facile dileggio e ludibrio delle forze armate russe che starebbero raschiando il fondo del barile. In verità, l’esaurimento dell’equipaggiamento di migliore qualità è perfettamente in linea con la dottrina sovietica di impiego dei corazzati, che appunto prevedeva che le perdite materiali più gravi sarebbero avvenute nelle prime settimane di scontro[15]. Peraltro, le forze armate russe svolgono esercizi di routine per la riattivazione di vari tipi di armamenti, anche quelli messi in riserva nelle regioni più remote del paese[16]; bisogna inoltre dire che i requisiti di un corazzato (come di qualsiasi altro armamento) dipendono dall’impiego operativo che se ne vuole fare; ogni manovra di sfondamento da effettuarsi con questi mezzi (seppur modernizzati e dotati di corazza reattiva ERA[17]) equivarrebbe a mandare i propri soldati al macello, ma essi restano comunque mezzi affidabili, facili da manutenere e difficilmente distruttibili con RPG tradizionali (ma non con MANPATS), e al contempo perfettamente capaci di bombardare postazioni nemiche con granate altamente esplosive[18].
É anche vero che I T-62 sarebbero fuori luogo nell’affrontare altri corazzati (anche se poco moderni, come i T-64 ucraini e i T-72M donativi) o nel guidare manovre offensive, ma per buona pace dei commentatori che si sono spesi nell’elencare i vari difetti dei design russi/sovietici[19] [20], ad oggi non si hanno notizie di combattimenti fra carri armati in Ucraina. Va inoltre detto che le fonti open source ad oggi indicano le milizie locali e volontari filorussi come i principali destinatari dei mezzi più antiquati[21], non certo i regolari russi. Come già detto, poi, la distanza e il diverso utilizzo contribuirebbe a proteggere i carri russi dai temibili MANPATS in dotazione agli ucraini, oltre alla scarsità di minacce aeree o d’artiglieria convenzionale.
Conclusione
Il ruolo dei corazzati russi in Ucraina risulta quindi ridimensionato, da avanguardie della manovra offensiva a supporto di fuoco tattico, ruolo che peraltro rientra pienamente nella concezione di MBT (carro da battaglia principale), checché ne dicano i detrattori dei carri armati, dichiarandoli ormai obsoleti[22]. Allo stesso tempo, l’impiego di mezzi a scarsa intensità tecnologica come i T-62 in ruoli che comunque possono ben ricoprire ridurrebbe in ogni caso il rateo di attrito economico per i Russi, fattore assolutamente non trascurabile sul medio e lungo termine (a fronte di sistemi d’arma di fattura occidentale estremamente efficaci ma le cui forniture sarebbero difficili da sostenere anche per gli Stati Uniti, a lungo andare[23]). Ogni carro riattivato dalle riserve ha difatti un costo economico quasi nullo.
In guerre convenzionali di questo tipo, il rateo d’attrito resta uno dei fattori chiave per determinare la capacità delle parti di continuare le operazioni, e un utilizzo più parsimonioso e meno spettacolare ma più oculato, andrebbe sicuramente a vantaggio delle forze russe in Ucraina, le quali al momento già detengono l’iniziativa a livello strategico e spesso anche tattico, esacerbando quindi la grama situazione delle forze ucraine.
Orlando Miceli
L’autore, Orlando Miceli – Fiorentino, classe ’95. Baccalaureato in Politikwissenschaft all’universitá di Vienna, studia a Trento per divenire consulente politico, con focus su economia politica, geoeconomia e geopolitica. Privatamente si interessa di storia, filosofia politica, strategia e sistemi d’arma
Note
[1] https://southfront.org/war-in-ukraine-day-118-more-pockets-for-god-of-pockets/;
[2] https://www.analisidifesa.it/2022/06/gli-ucraini-si-ritirano-dal-settore-di-severodonetsk/;
[3] https://theprint.in/world/us-uk-europe-have-sent-ukraine-weapons-worth-billions-their-post-war-fate-is-stoking-worry/985857/;
[4] https://www.theatlantic.com/ideas/archive/2022/05/ukraine-russia-putin-war/638423/;
[5] https://www.oryxspioenkop.com/2022/02/attack-on-europe-documenting-equipment.html;
[6] https://www.oryxspioenkop.com/2022/02/attack-on-europe-documenting-ukrainian.html;
[7] https://odessa-journal.com/it-became-known-what-losses-ukraine-has-suffered-in-military-equipment-since-the-beginning-of-the-war/;
[8] https://www.globalsecurity.org/military/world/ukraine/t-64e.htm;
[9] https://www.oryxspioenkop.com/2022/04/answering-call-heavy-weaponry-supplied.html;
[10] https://www.csis.org/analysis/will-united-states-run-out-javelins-russia-runs-out-tanks;
[11] https://it.insideover.com/guerra/ecco-perche-la-russia-sta-schierando-i-t-62-per-la-guerra-in-ucraina.html;
[12] https://www.bellingcat.com/news/mena/2018/05/04/seven-years-war-documenting-syrian-rebel-use-anti-tank-guided-missiles/;
[13] https://interfax.com.ua/news/general/838276.html;
[14] https://www.thedrive.com/the-war-zone/russia-deploys-50-year-old-t-62-tanks-to-ukraine-front;
[15] InsideOver, cit.;
[16] https://medium.com/dfrlab/putinatwar-soviet-tanks-reactivated-in-russias-east-a81a111051a1;
[17] https://www.19fortyfive.com/2022/06/can-upgrades-to-russias-old-t-62-tanks-make-them-useful-in-ukraine/;
[18] Ibidem.;
[19] https://rusi.org/explore-our-research/publications/commentary/technical-reflections-russias-armoured-fighting-vehicles;
[20] https://www.forbes.com/sites/davidaxe/2022/06/06/russias-ancient-t-62-tanks-are-on-the-move-in-ukraine/;
[21] https://www.youtube.com/watch?v=hp10U6rwynE;
[22] https://theprint.in/features/in-ukraine-tanks-face-an-existential-battle-is-it-time-to-ditch-them/970777/;
[23] https://asiatimes.com/2022/06/us-and-nato-lack-capability-to-supply-a-long-war/;
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