Il futuro dell’Ucraina

Il futuro dell’Ucraina

Dall’inizio della guerra russo-ucraina ormai più di due mesi fa, il mondo è stato sconvolto, nonostante per anni gli esperti di geopolitica e i cremlinologi avessero vieppiù parlato della catastrofe incombente.
Questa guerra non è ancora finita; da una parte, l’incapacità russa di eseguire un “colpo decapitante”, per via di problemi intrinseci alle forze armate russe, oltre ad una forse non chiara analisi d’intelligence e all’enormi dimensioni geografiche interessate; dall’altra l’Ucraina, anch’essa incapace o più spesso negligente e noncurante della tempesta in arrivo, fiduciosa di sé e del supporto dei paesi occidentali.

Eppure, il perdurare delle ostilità avrà delle conseguenze devastanti per l’Ucraina, molto più di quelle che si prefigurano per la Russia.

 

Geodemografia dell’Ucraina

L’ultimo censo effettuato nell’Unione Sovietica nel 1989 registrò la popolazione della RSS Ucraina in 51 milioni[1]; circa dieci anni dopo, nel 2001, fu effettuato l’ultimo censo disponibile per la Repubblica di Ucraina, e si registrò la caduta della popolazione di 3,2 milioni di persone[2], ovvero un totale di ~48.500.000. La maggior parte di questi emigrarono, trattandosi per la maggior parte di cittadini di etnia russa o bielorussa[3], fortemente incentivati a lasciare il paese dalle tremende condizioni di vita e dal collasso socioeconomico seguito alla disgregazione dell’Unione Sovietica.

Da allora la tendenza non si è invertita, seguendo comunque una radicata storia di emigrazione a partire dalla fine dell’800, tant’è che alcuni demografi hanno ipotizzato che l’Ucraina avrebbe potuto raggiungere gli 80 milioni di abitanti, senza i grandi traumi del ‘900[4].
A partire dal 2010, il tasso demografico ha registrato costantemente un calo netto di 100,000 unità ogni anno, portando il totale al 2014 a ~45,5 milioni. A ciò bisogna sommare la perdita della Crimea e dei territori controllati dalle forze delle autoproclamate repubbliche popolari del Donbass, che sottrarrebbe ancora ~2,3 milioni di Crimeani[5], ~2,3 milioni nella regione di Donezk[6] e ~1,4 milioni di Lugansk[7], per un misero totale di ~39,5 milioni di abitanti.

Quest’ultima cifra è già in linea con un proiezioni elaborate su una variante media delle tendenze demografiche dall’ Istituto Ptoukha per la demografia e gli studi sociali[8], se non fosse che questo dato era previsto per il 2050, non per il 2014. Stime più realistiche, stilate dalla “divisione popolazione” dell’ONU prevedono una popolazione di 33 milioni nel 2050 con una variante media[9], ma anche queste sono state effettuate ante bellum; una variante bassa dello stesso studio indica invece 29 milioni per il 2050, che rappresenterebbe una riduzione del 30% rispetto al 1989.

Oltre all’emigrazione, i fattori più importanti sono la natalità infima (registrata nel 2001 a 1,1 e a 1,3 nel 2013 per donna[10]) e la fragilità socioeconomica[11], che oltre agli effetti diretti, riduce anche la pianificazione familiare e la continuità dei rapporti.
In seguito all’invasione russa, oltre 5,6 milioni di persone hanno abbandonato il paese[12], mentre più di 7 milioni sono rifugiati interni in Ucraina[13]. Il rateo di ritorno di costoro dipenderà ovviamente dal perdurare delle ostilità, oltre alle politiche di integrazione effettiva piuttosto che asilo temporaneo nei paesi di accoglienza, e andrà a sua volta a incidere sul futuro demografico dell’Ucraina.
Certo è che la trasformazione demografica dell’Ucraina, il più grande paese europeo per superficie, da una popolazione media a quella di un paese medio-piccolo (e inferiore alla popolazione della vicina Polonia), sarebbe devastante in ogni ambito, da quello economico fino a quello socioculturale.

La previsione che vede un’Ucraina nel 2050 con meno di 30 milioni di abitanti sembra sempre più credibile per via della guerra, e condannerebbe il paese ad essere poco più che un grande ospizio per anziani, a livello demografico.

 

Economia e società

L’impatto della guerra sull’economia ucraina sarà devastante: la Banca Mondiale prevede il dimezzamento effettivo del PIL del paese[14], la cui economia pure non aveva mai recuperato i livelli raggiunti ai tempi della RSS ucraina.
Nonostante i danni a infrastrutture, telecomunicazioni, reti di trasporto etc. sia ancora difficile da calcolare, è indubbio che gli eventi di questi mesi segneranno l’Ucraina come stato per i prossimi 20 anni, almeno.
Per quanto la comunità internazionale si possa impegnare per la ricostruzione, è ben noto come fondi di questo tipo finiscano spesso in progetti di dubbia utilità pubblica e di opaca concezione[15]; in Ucraina, peraltro, vige da ormai 30 anni una peculiare ibridazione degli spazi di confronto pubblico e istituzionale e le sfere di potere economico, che continuano ad usare le prime come arena per conflitti di potere[16]. In effetti, la mancanza di rigide barriere fra mondo istituzionale e economico ha portato all’endemia di fenomeni come peculato, corruzione, e uso di fondi pubblici per fini privati[17]; l’influenza dei gruppi oligarchici costituitisi come nuove élites economico-politiche nel paese è tale che, come noto, essi continuano ad interferire in modo determinante non solo nella politica locale e regionale, ma addirittura agendo come veri e propri “veto player” anche nelle elezioni presidenziali[18].

É pertanto difficile immaginare come queste cerchie di potere possano essere estromesse efficacemente dagli sforzi di ricostruzione che dovessero essere finanziati dall’Occidente, che anzi potrebbero ben rinsaldare il sistema neopatrimoniale vigente in Ucraina fino alla vigilia dell’invasione[19].

Per quanto sia ormai certo che questo conflitto determinerà la definitiva rottura non solo politica, ma anche culturale fra ucraini e russi, il paradosso sarà che la guerra e la ricostruzione potranno portare all’instaurazione di un regime affatto dissimile a quello putiniano, per quanto riguarda il controllo delle risorse economiche ma anche per l’uso strumentale del potere politico da parte di ceti oligarchici, in continuità con la tendenza storica analizzata poc’anzi.

Paradossalmente, anche un’eventuale adesione all’UE (che ad oggi pare invero improbabile anche nel medio termine) non farebbe che accelerare la dinamica migratoria già in atto, con tutte le conseguenze economiche del caso, oltre a permettere un flusso di capitali sottoforma di sussidi e fondi europei che non farebbe che alimentare la corruzione, come già visto nelle dinamiche di regresso democratico (“democratic backsliding”) visto in paesi come Ungheria, Bulgaria e Romania.

La base industriale è localizzata principalmente nei territori separatisti o attualmente interessati dalla guerra russo-ucraina; basti pensare che il 16% del PIL e il 25% delle esportazioni erano generati nel Donbass, prima del 2014[20]. Già allora, l’importazione di capitali e l’aumento delle tasse erano il mezzo principale per raggiungere il pareggio di bilancio, piuttosto che riforme sistemiche[21]. La pur paventata perdita di accesso al Mar Nero sarebbe ugualmente devastante.

Senza entrare nel merito delle questioni economiche ucraine, che richiederebbero amplissime disamine, è evidente che la base economica dello stato ucraino si disintegrerà, come avviene in tutte le guerre di questa scala. Le grandi pianure ucraine, granaio d’Europa (ma anche del Vicino Oriente), difficilmente torneranno ad essere bionde di spighe nei prossimi anni, se questa terribile guerra dovesse andare ancora avanti; in ogni caso, la mobilitazione totale e le perdite in guerra hanno già gravemente compromesso l’attività economica del settore primario, anche lasciando da parte i danni alle infrastrutture e ai mezzi.

 

Conclusioni

L’Ucraina come sistema-paese ha già perso questa guerra; non c’è propaganda di guerra o fiero nazionalismo che tengano. Precipitata nella voragine di una catastrofe forse non presagita o creduta possibile a Kiev, oltreché dalle tragiche dinamiche dello scontro fra grandi potenze istigato sapientemente da Washington e non meno veementemente accettato a Mosca, l’Ucraina sta vivendo una delle peggiori tragedie che possano capitare ad un popolo e ad un paese.
Le già misere condizioni geodemografiche ucraine non saranno che accelerate dalla guerra, mentre la base economica del paese sarà completamente compromessa per decenni a venire.
La storia dell’Ucraina è segnata per decenni a venire.

 

Orlando Miceli

 

Note:

1 Cfr. ANDERSON, B. A., & SILVER, B. D. Growth and Diversity of the Population of the Soviet Union. In: The ANNALS of the American Academy of Political and Social Science, 510(1), 1990, 155–177.
2 Cfr. Rowland, R. . National and Regional Population Trends in Ukraine: Results from the Most Recent Census. In: Eurasian Geography and Economics, 45(7), 2004, 491–514.
3 Ibidem.
4 Cfr. Romaniuk, A. and Gladun, O., Demographic Trends in Ukraine: Past, Present, and Future. In: Population and Development Review, 41, 2015, 315-337.
5 Ibidem.
6 https://web.archive.org/web/20180516172556/http://glavstat.govdnr.ru/pdf/naselenie/chisl_naselenie_0118.pdf
7 https://web.archive.org/web/20180516172556/http://glavstat.govdnr.ru/pdf/naselenie/chisl_naselenie_0118.pdf
8 Ibidem, p 327.
9 Idem.
10 Idem.
11 Cfr. Рогожин, О.. ASSESSMENT OF THE ECONOMIC POTENTIAL OF CHANGE IN THE POPULATION OF MODERN UKRAINE. In: Demography and Social Economy, 46(4), 3–20. 2021.
12 https://data2.unhcr.org/en/situations/ukraine [03/05/2022]
13 https://displacement.iom.int/reports/ukraine-internal-displacement-report-general-population-survey-round-2-24-march-1-april
14 https://www.worldbank.org/en/news/press-release/2022/04/10/russian-invasion-to-shrink-ukraine-economy-by-45-percent-this-year
15 Cfr. Looney, R.E. Reconstruction and Peacebuilding Under Extreme Adversity: The Problem of Pervasive Corruption in Iraq. In: International Peacekeeping, 15:3, 2008, 424-440, DOI: 10.1080/13533310802059032
16 Cfr. Solonenko, Iryna. External democracy promotion in Ukraine: the role of the European Union. In: Democratization, 16(4), 2009, 709–712
17 Kuzio, T. Political Culture and Democracy: Ukraine as an Immobile State. In:East European Politics & Societies, 25(1), 2011, 93-95.
18 Cfr. Fisun, Oleksandr. Neopatrimoniale Demokratie in der Ukraine nach dem Euromaidan: vorläufige Ergebnisse. In: Ukraine-Analyse, 169. 2016, 3-5.
19 Beichelt, Timm. Autocracy and democracy in Belarus, Russia and Ukraine. In: Democratization, 11(5), 2004, 128-129.
20 Cfr. Iwański, T. Ukrainian economy overshadowed by war. In: OSW-Center for Eastern Studies Commentary, 148, 2014.
21 Ibidem.

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