Guerra russo-ucraina: analisi del primo mese di conflitto

Guerra russo-ucraina: analisi del primo mese di conflitto

Un mese di guerra russo-ucraina è giunto al termine ed è opportuno cominciare a tirare le somme del conflitto armato.
Gli approcci interpretativi dello sforzo bellico russo sono stati svariati, il più delle volte tendenti ad evidenziare lo sfacelo delle forze armate russe sul terreno, anche per via delle astute suggestioni create dalla strategia comunicativa del governo ucraino.

Per quanto sia innegabile che le forze armate russe abbiano incontrato delle grosse difficoltà nella gestione delle operazioni, come d’altra parte succede spesso quando si passa dalla teoria alla pratica, è importante mantenere un approccio sobrio e realistico per qualsiasi analisi geopolitico-militare della guerra in Ucraina; altrimenti, si rischia di ricadere nelle suggestioni determinate in letture emotive dell’indubbiamente tragica e comprensibile lotta delle forze ucraine. Urge quindi analizzare i fattori materiali dello scontro per poterne efficacemente determinarne risultati e fallimenti.

Piani e valutazioni militari russe

Per quanto le forze armate russe evidentemente abbiano sottovalutato l’aspetto morale e propagandistico di un conflitto armato convenzionale, bisogna tenere a mente quanto velocemente sia cambiato l’equilibrio militare, per quanto esso rimanga ancora evidentemente a favore dei russi.

Intanto, è bene notare che operazioni di questa scala non vengono mai improvvisate; è plausibile che le linee generali di una invasione dell’Ucraina siano state elaborate già anni fa1, come peraltro fanno le forze armate di tutti i maggiori paesi, elaborando continuamente piani e simulazioni.
Tuttavia, l’operazionalizzazione effettiva di questi piani dev’essere cominciata al più tardi nello scorso novembre.

Secondo le valutazioni russe, è evidentemente stato necessario impegnare numero e tipo di unità adeguate al raggiungimento degli obbiettivi tattici e strategici.
Basandosi sui rapporti di intelligence open source, salta all’occhio la qualità di mezzi ed equipaggiamenti impiegati dalle forze armate russe nelle prime fasi dell’attacco; se prendiamo come rappresentativi i dati disponibili2, si può concludere che, in linea di massima, le forze corazzate russe impiegate nelle prime spinte sulle direttrici assegnate disponessero di un comparto mezzo relativamente antiquato, di qualità e capacità medie rispetto alle disponibilità di inventario russe.
Accanto a corazzati certamente capaci come i T-80U e i T-90A, si è rilevata una base di mezzi obsolescenti come T-64 e abbondanti numeri di T-72 delle prime generazioni.
Ancora più scarso il livello di blindati APC (trasporto truppe) e IFV (da combattimento), con grande abbondanza di cingolati MT-LB(u), BMD-2, BMP-2 e addirittura BMP-1, questi ultimi sicuramente fra i mezzi più antiquati nel proprio ruolo di IFV. Pur non volendo tralasciare i buoni numeri di mezzi più moderni BMP-3 e BTR-82A.

Qui è evidente la struttura ancora sovietica delle forze armate russe, impostate secondo vari livelli (tier) di capacità e equipaggiamento; ai reparti bene equipaggiati se ne sono affiancati altri meno capaci e affidabili, combinando forze di livello medio-alto a forze di livello medio-basso.
Per quanto ciò sulla carta porti ad una efficacia operativa accettabile e con numeri anche notevoli, pare plausibile ipotizzare che i reparti meno poderosi abbiano fallito nel raggiungere la maggior parte degli obiettivi assegnatigli, subendo gravi perdite materiali e compromettendo i risultati raggiunti dalle truppe migliori, specialmente i reparti scelti aviotrasportati impegnati nelle prime ore nelle azioni più ardite.

Anche le perdite di semoventi d’artiglieria, importanti ma non strabilianti, sono indizio delle difficoltà avute nel dispiegamento e riposizionamento una volta entrati in contatto con il nemico. É degno di nota anche il fatto che l’ampiezza del fronte aperto è immenso, essendo il solo confine internazionalmente riconosciuto fra Ucraina e Russia lungo più di 1500 chilometri, impiegando però solamente 200.000 truppe invece che i quasi 4 milioni di uomini della Wehrmacht.
L’utilizzo ridotto (ed evidentemente auto-imposto per motivi politici3) di artiglieria e forze aeree era stato già messo in considerazione, soprattutto tenendo in considerazione che la componente corazzata ucraina era composta principalmente di vecchi T-64 ricondizionati, peraltro con accesso solo a munizionamento d’epoca sovietica.

Il modello di difesa ucraina basato su fanteria leggera e senza grandi concentrazioni di forze è stato poi enormemente potenziato dalle forniture di circa 900 MANPAD e 3.800 sistemi anticarro portatili forniti da vari paesi stranieri4, determinando quindi le notevoli perdite materiali subite dalle forze russe.

guerra russo-ucraina 1

Il cambio di passo

Il confronto con la dimensione strategica non è tuttavia affatto sfavorevole, specie in un’ottica di riposizionamento delle truppe impiegate a nord (settore Kiev-Chernigov) e a nord-ovest (Sumy-Kharkov).
L’avanzata dalla Crimea è stata indubbiamente la più fortunata, avendo ad oggi sotto controllo un territorio equivalente a quello della Slovacchia ed essendosi ricongiunta con le forze in avanzata dal Donbass nei pressi di Mariupol.
Presumibilmente sarà quindi il fronte Sud/Sud-Est dove si concentreranno le forze russe nei prossimi giorni, nel tentativo di sferrare un colpo devastante alle già logorate forze ucraine nella regione, che peraltro rappresentano la componente meglio armata, più determinata e capace.
É inoltre utile notare che le forze armate russe possono benissimo sostituire le perdite materiali di carri e mezzi nel medio termine, grazie alle ingentissime riserve, mentre quelle umane per quanto alte (nelle migliaia) non sono ascrivibili alle cifre poco credibili fatte circolare dalle autorità ucraine. Lo stesso non si può dire degli ucraini, che anche se continuassero a ricevere armamenti dall’estero ai ritmi visti finora, semplicemente non riuscirebbero a far fronte alla perdita delle forze migliori dispiegate in Donbass.
Allo stesso tempo, e come già qualcuno cominciava ad interrogarsi5, le forze russe sono riuscite a tenere in scacco i maggiori centri abitati pur riuscendo ad evitare di impelagarsi in combattimenti urbani troppo impegnativi e dispendiosi. Così facendo, importanti risorse e truppe ucraine sono rimaste a difendere le città, mentre le perdite fra i civili sono state sostanzialmente minime6; per quanto ogni vittima civile sia una tragedia nella tragedia, per ora si sono fortunatamente evitati scenari del passato come la Cecenia.

Come constatato altrove, le rinnovate offensive delle forze aeree russe e gli attacchi missilistici hanno effettivamente stroncato le riserve logistiche ucraine7, oltre ad aver annientato le forze aeree, contraeree e navali.
É inoltre utile notare che i reparti russi, oltre ad essere riposizionati nel sud-est dell’Ucraina, saranno verosimilmente turnati, per rimpiazzare le perdite ma anche per dare esperienza sul campo al maggior numero di soldati possibili, politica che già fu vista in Siria. La mobilitazione totale ucraina non permette nulla del genere, e per i difensori non vi sarà un attimo di respiro.
Senza voler nulla togliere al coraggio dei difensori ucraini, il cambio di passo delle forze armate russe potrebbe restituire iniziativa alle forze armate ucraine. Questo però potrebbe rappresentare più un fardello che un’occasione, visto che contrattacchi condotti con troppo ardore e zelo potrebbero aumentare le perdite umane e materiali ucraine – perdite che, come visto, non sono facilmente rimpiazzabili.
A livello tattico, l’ardimento ucraino è certamente encomiabile e ha portato a risultati anche umilianti per i russi, come l’affondamento di una nave da sbarco a Berdyansk, o l’attacco elicotteristico a Belgorod (in Russia)8. A livello strategico, tuttavia, la Russia continua ad essere in grado di condurre una guerra limitata, senza impiego o dispendio eccessivo di risorse vitali, mantenendo l’iniziativa strategica e imponendo al nemico ratei di logoramento in uomini, mezzi e risorse difficilmente sostenibili: seguendo Clausewitz, le forze armate russe riescono ad operare su una scala e con un uso della forza determinato dagli obiettivi perseguiti9; per quanto il fronte interno ucraino si sia compattato, l’Ucraina continua ad avvicinarsi ad una disfatta se non totale, quantomeno importante, e sempre più velocemente.
La Russia ha rimediato agli errori di valutazione strategici del primo attacco; al contrario di una campagna di “dominio rapido” (il riferimento è all’attacco americano dell’Iraq), i danni alle infrastrutture civili sono stati minimi10, mentre la durata delle operazioni sarà presumibilmente comparabile.

La necessità di ambo le parti di raggiungere una vittoria sul campo clamorosa e significativa da far pesare sul tavolo delle trattative potrebbe quindi riportare il centro focale del conflitto laddove cominciò anni fa, ovvero in Donbass. L’intenso assalto conclusosi con l’espugnazione di Mariupol potrebbe presto ripetersi altrove.

 

Orlando Miceli

 

Note:

1 Cfr. Beehner, L. et al. ANALYZING THE RUSSIAN WAY OF WAR: EVIDENCE FROM THE 2008 CONFLICT WITH GEORGIA. In: Battlefield Assessments, Modern War Institute, 2018. https://mwi.usma.edu/wp-content/uploads/2018/03/Analyzing-the-Russian-Way-of-War.pdf

4 Idem.

6 https://www.analisidifesa.it/2022/03/un-mese-di-guerra-in-ucraina/

7 Idem.

9 Cfr. Clark, I. Waging War: A New Philosophical Introduction, 2015. Oxford University Press. P. 59-60.

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