I ritrovamenti archeologici di Truccazzano

I ritrovamenti archeologici di Truccazzano

Truccazzano è un piccolo comune nella parte est della provincia di Milano. Nel 2019, subito dopo la laurea, vi svolsi il mio primo incarico da archeologo: un’assistenza archeologica, che consiste nel seguire gli scavi durante i lavori pubblici (in quel caso la posa della nuova fognatura), per vedere se emerga qualcosa di archeologico e, in ogni caso, documentare quanto si è scavato. Si tratta, a dire il vero, di un lavoro piuttosto noioso, per quanto necessario, soprattutto quando non si trova niente. E in effetti, anche a causa dei molti scavi già effettuati in precedenza sotto la strada, non ho avuto fortuna e non ho scoperto nulla, consolandomi solo di tanto in tanto con l’ottima trattoria del paese…

Perché allora vi racconto tutto ciò? Perché, se si decide di mandare l’archeologo, c’è sempre un motivo ed è un qualche ritrovamento già effettuato nelle vicinanze. Dunque, prima di iniziare il lavoro, mi ero documentato e, essendo emerse cose interessanti, ora ve ne voglio parlare.

Truccazzano - Tomba 1
Tomba I (da ZOPFI 2010-2011, p. 255)

Partiamo dai resti di epoca più antica: si tratta di 2 tombe romane scoperte nel 2011 nella frazione di Corneliano Bertario e scavate in emergenza1. Ne era stato segnalato l’affioramento sul fondo di un fosso irriguo in secca. La prima era una tomba a cassa laterizia, ovvero una fossa rivestita sul fondo e sulle pareti di mattoni. Lo scheletro, di cui rimaneva solo parte del cranio, apparteneva a una donna. Purtroppo la tomba fu depredata già anticamente degli elementi più preziosi e del corredo restano solo alcuni frammenti. In particolare erano presenti dei contenitori ceramici, ma soprattutto in vetro (si distinguono un piatto, 2 brocchette e un piccolo unguentario). Dai materiali trovati, risulta databile alla prima metà del II secolo d.C.

Corredo tomba 1
Corredo della tomba I (da ZOPFI 2010-2011, p. 255)

La seconda tomba, a circa 20 m dalla prima, aveva una struttura analoga, ma più piccola: non era infatti a inumazione ma a incinerazione. Anch’essa fu violata in antico e del corredo restano frammenti di 2 piccoli unguentari e una coppetta in vetro e di una coppetta in ceramica. Essa si data nella seconda metà del I secolo d.C. Le due tombe, orientate allo stesso modo, sembrano essere ciò che resta di una più estesa necropoli e testimoniare in questo periodo, fra I e II d.C., la presenza di una comunità abbastanza agiata.

Ben più in crisi doveva essere la situazione nel III secolo, quando qualcuno nascose, e non poté recuperare, un tesoretto di monete, trovato nel 2008 in questa stessa località2. Esso era costituito da 1012 antoniani, le monete argentee introdotte da Caracalla, del valore di 2 denari (o, secondo alcuni, 1 denario e mezzo)3. Più che monete d’argento, erano in realtà in una lega, nella quale il metallo prezioso, con la crisi dell’impero, divenne via via sempre più scarso. Gli antoniniani presenti in questo tesoretto vanno dal regno di Valeriano e Gallieno (253-259 d.C.) a quello di Aureliano (270-275): è dunque sotto quest’ultimo che si colloca il suo occultamento.

tesoretto truccazzano
Alcune delle monete del tesoretto. 1: Valeriano. 2: Gallieno. 3: Salonina. 4: Gallieno. 5: Claudio II. 6-7: Divo Claudio II. 8: Quintillo. 9: Aureliano. 10: Postumo. (Da ARSLAN 2008-2009, p. 196)

È presente anche un denario “suberato” di Antonino Pio. I denari suberati sono monete che assomigliano ai denari (in argento), ma hanno in realtà un’anima di metallo meno nobile (di solito rame), argentata solo in superficie: il termine viene appunto dal latino “sub” (sotto) e “aes” (rame). Non è ben chiaro se questi denari suberati fossero solo opera di falsari o se talvolta fossero coniati anche dallo Stato, per riuscire a emettere più moneta di quanto potesse permettersi4. Fatto sta che in questo caso il possessore non dev’essersene accorto, altrimenti l’avrebbe rifilata a qualcun altro, invece che tenerla da parte. Quanto alla sua maggiore antichità rispetto alle altre, non deve sorprendere, in quanto le monete restavano in circolazione a lungo. Fra gli antoniniani vi sono anche alcuni falsi, in questo caso certamente non “di Stato”, data la loro realizzazione poco accurata. Sono anche presenti emissioni di usurpatori, come Postumo, l’autoproclamato imperatore delle Gallie: evidentemente convivevano senza troppi problemi con quelle del potere legittimo.

monete contraffatte
Monete del tesoretto contraffatte. 1: Salonina. 2: Gallieno. 3: Claudio II. 4-5: Divo Claudio II. (Da ARSLAN 2008-2009, p. 197)

Il tesoretto rientra in un più generale fenomeno di tesaurizzazione del III secolo, un periodo notoriamente di grande crisi interna ed esterna, in cui si spendeva poco e molti erano indotti dalla paura a nascondere i propri risparmi: evidentemente, spesso, senza riuscire più a recuperarli, o per un allontanamento improvviso o per la morte. In particolare, per l’Italia, ciò accade soprattutto nel nord, che era la prima parte a essere invasa per via di terra, vuoi durante le incursioni barbariche, vuoi nei continui scontri per il potere fra imperatori e usurpatori (differenza spesso labile durante la cosiddetta anarchia militare). Il nostro tesoretto di Truccazzano si data, come già detto, all’età di Aureliano, in particolare al 274, sulla base delle monete più recenti. All’epoca si erano conclusi gli scontri con gli Alamanni, ma è possibile che alcune bande di predoni ancora imperversassero sul territorio. Ma l’occultamento del denaro potrebbe anche avere un’altra spiegazione. Proprio quell’anno Aureliano era stato artefice di una riforma monetaria e aveva ordinato il ritiro di tutta la moneta precedente (un fuoricorso di fatto poi fallito): è possibile che il proprietario abbia nascosto la moneta vecchia non fidandosi di quella nuova. Comunque siano andate le cose, questo ritrovamento monetario, che è il “pezzo forte” di Truccazzano, è paradossalmente indice di un periodo non di ricchezza ma di crisi: crisi che forse potrebbe aver spinto addirittura al saccheggio delle tombe lasciate nei secoli precedenti.

 

Filippo Molteni

 

1 ZOPFI 2010-2011.

2 ARSLAN 2008-2009.

3 SAVIO 2014, pp. 185-186.

4 SAVIO 2014, pp. 120-122.

 

Abbreviazioni bibliografiche

ARSLAN 2008-2009 E. A. Arslan, Truccazzano (MI), frazione Corneliano Bertario. Ripostiglio monetale, in Notiziario. Soprintendenza archeologica della Lombardia 2008-2009, pp. 194-199.

SAVIO 2014 A. Savio, Monete romane, Milano 2014.

ZOPFI 2010-2011 L. S. Zopfi, Truccazzano (MI), frazione Corneliano Bertario. Tombe d’età romana, in Notiziario. Soprintendenza archeologica della Lombardia 2010-2011, pp. 255-256.