La guerra russo-ucraina ha raggiunto e sorpassato il suo primo anniversario senza dare alcun segno di rallentare. La quasi completa distruzione di Mariopoli[1] come anche l’attuale accerchiamento di Bakhmut/Artemovsk, ormai paragonato per caratteristiche e possibili risultati a Stalingrado[2], hanno evidenziato la ciclopica scala di una guerra combattuta secondo i dettami della guerra di massa e industriale del ‘900. Allo stesso tempo, le dinamiche logistiche e strategiche hanno evidenziato la specificità della guerra russo-ucraina rispetto ai più recenti conflitti militari a cui si erano abituati gli stati maggiori e i decisori politici occidentali.
I fattori materiali e umani dello scontro
Entrambe le parti hanno schierato fin dall’inizio alcuni mezzi abbastanza moderni come i carri armati T-90M, i veicoli da combattimento BMPT e i sistemi antiaereii Pantsir russi; oppure i blindati BTR-4, i droni d’attacco Bayraktar e i carri armati T-84 Oplot ucraini. Eppure la semplice scala del fronte (paragonabile a quella del fronte orientale nella seconda guerra mondiale) ha offerto poco spazio e poco lustro ai migliori ritrovati delle rispettive industrie belliche.
Ha invece prevalso la dimensione di massa dello scontro militare, che presuppone il puro volume di fuoco per soverchiare il nemico. In combinazione con l’altissimo rateo di attrito di entrambe le forze armate in campo, questo ha prodotto due apparati militari in costante carenza di equipaggiamenti di ogni tipo. Si calcola ad esempio che le forze armate russe abbiano ad oggi perso più di 10,000 pezzi di inventario, fra veicoli da combattimento, aeromezzi, e artiglierie[3]. Le amplissime riserve russe hanno finora potuto fornire dei rimpiazzi, ma il prezzo è stato il progressivo abbassamento delle capacità e della qualità dei mezzi tirati fuori dai depositi, visto che ormai si sta ricorrendo a carri armati che entrarono in servizio negli anni ’50 e ‘60[4].
Questo non tanto per una mancanza di rimpiazzi più moderni (che pure scarseggiano), ma è invero la scarsa capacità militare-industriale russa a determinare ratei di sostituzione (anche includendo la produzione ex novo) totalmente insufficienti per quella che è la scala dello scontro. La causa principale, oltre allo stato di conservazione di ogni carro, sono anche le procedure di revisione, riparazione, ammodernamento (per quanto possibile), e addestramento degli equipaggi[5]. Tutte queste procedure sono significativamente più semplici per mezzi più antichi, e tendenzialmente a bassa intensità tecnologica. In generale è comunque il complesso militare-industriale russo ad avere una capacità limitata di aumentare e sostenere la produzione di nuovi armamenti[6].
Lo stesso ragionamento è valido per l’Ucraina, la cui base economica[7] e industriale è stata completamente devastata dalla guerra in corso[8]. Per quanto alcuni paesi come la Polonia si stiano prestando a fornire supporto logistico e industriale alle forze armate ucraine[9], è difficile pensare che questa possa supplire veramente ai loro bisogni anche solo per via dei circa 1500 chilometri di distanza dalla linea del fronte.
Inoltre, sia l’Ucraina sia la Russia stanno facendo emergere dai depositi pezzi di artiglieria sempre più vetusti, anche per supplire alla costante carenza di munizioni e quindi mettere a frutto le riserve di proiettili magari utilizzabile solo da cannoni vecchi e obsoleti[10].
Il fattore umano resta, come in ogni guerra, centrale. Le ben note e discusse ondate di richiamo dei riservisti in Russia si sono accompagnate ad una sorta di “subappalto” di alcune operazioni militari alla compagnia di ventura Wagner di Prigozhin. Da parte ucraina, si continua a procedere alla formazione di nuove unità e divisioni, anche se molte formazioni esistono solo sulla carta dopo 400 giorni di scontri, e nelle ultime rivelazioni di intelligence la valutazione nordamericana delle dinamiche di reclutamento ucraine pare sia abbastanza pessimistica, e le perdite si stimano in più di 120 mila[11]. Le unità che stanno effettivamente venendo formate, come le controparti russe, stanno ricevendo equipaggiamenti sempre più antiquati[12]. Altre unità ancora, in particolare quelle dei miliziani della difesa territoriale, sono considerate unità statiche non in grado di agire a livello di teatro[13].
Effettivamente, entrambe le parti in conflitto hanno capacità residuali di condurre una guerra su scala industriale come quelle del ‘900, visto che entrambe contano più sul riciclo del vecchio apparato militare sovietico più che sulla produzione autonoma e concomitante allo sforzo bellico. Il fatto che entrambi si affidino in modo non trascurabile su forniture estere (i russi per droni e, forse, munizionamento per le artiglierie; gli ucraini soprattutto per veicoli e artiglieria di ogni tipo) non influisce su questa costatazione di fondo.
Una guerra post-industriale
Si potrebbe quindi definire la guerra russo-ucraina come la prima guerra post-industriale, intendendo quindi una guerra di massa combattuta con mezzi e forze convenzionali e che, allo stesso tempo, non è accompagnata dalla mobilitazione produttiva che invece fu caratteristica fondamentale delle grandi guerre novecentesche. Oltre al fattore materiale, la guerra post-industriale include la scarsa disponibilità di riserve umane da poter mobilitare efficacemente. Nella guerra post-industriale, quindi, viene a prevalere l’utilizzo di materiale bellico antiquato e obsoleto e la guerra di posizione su quella di movimento, peraltro con scenari sul campo che ricordano la Grande Guerra.
In aggiunta a ciò, permane invece la confusione del rapporto puramente clausewitziano fra la guerra come strumento e i fini per cui essa viene combattuta. Da entrambe le parti, infatti, regnano proclami e dichiarazioni grandiose sul vero significato della guerra; da una parte, la reazione all’espensionismo occidentale e il recupero di una dimensione russocentrica dello spazio post-sovietico. Dall’altra, l’ambizione di una vittoria totale e il recupero dell’integrità territoriale senza peraltro comprendere il significato per il proprio sistema-paese di una tale pretesa (anche a prescindere dalla minaccia nucleare), ovvero un continuo bagno di sangue.
Il continuo e manchevole sforzo di mobilitazione di entrambe le parti in lotta le ha finora orientate ad un ipotetico futuro in cui le Wunderwaffen (per ognuno diverse a seconda delle proprie speranze) riusciranno a sbloccare il fronte nonostante le carenze umane e materiali. In questo, la guerra russo-ucraina riporta in auge scenari già vista nella storia umana riemersi in due popoli demograficamente esausti e industrialmente esauriti.
Orlando Miceli
L’autore, Orlando Miceli – Fiorentino, classe ’95. Baccalaureato in Politikwissenschaft all’universitá di Vienna, studia a Trento per divenire consulente politico, con focus su economia politica, geoeconomia e geopolitica. Privatamente si interessa di storia, filosofia politica, strategia e sistemi d’arma.
Note:
1 Patal-Carstairs, S. Ukraine war: Videos show apocalyptic destruction in Mariupol as Russia says it is ‘tightening its encirclement’. In SkyNews, 18/03/2022. Disponibile a: https://news.sky.com/story/ukraine-war-videos-show-apocalyptic-destruction-in-mariupol-as-russia-says-it-is-tightening-the-noose-12569115 [Ultimo accesso: 18/04/2023]
2 Cfr. Hanlon, G. How long should Ukrainian forces defend Bakhmut? Lessons from Stalingrad. In: Modern War Institute, 18/04/2023. Disponibile a: https://mwi.usma.edu/how-long-should-ukrainian-forces-defend-bakhmut-lessons-from-stalingrad/ [Ultimo accesso: 18/04/2023]
3 https://www.forbes.com/sites/davidaxe/2023/04/17/this-unarmored-tractor-with-a-1950s-naval-gun-is-the-most-desperate-russian-vehicle-yet/?sh=12710bfc5e3d
4 https://www.forbes.com/sites/davidaxe/2023/04/14/russia-sent-70-year-old-t-55-tanks-to-ukraine-without-even-upgrading-them/?sh=7a41285934d2
5 https://www.forbes.com/sites/davidaxe/2023/03/25/70-year-old-t-55-tanks-are-expendable-in-ukraine/?sh=5182c8945609
6 Cfr. Luzin, P. Russia’s Nagging Arms Production Problems. In: Eurasia Daily Monitor, 20, 13. Disponibile a: https://jamestown.org/program/russias-nagging-arms-production-problems/ [Ultimo accesso: 18/04/2023]
7 https://www.politico.eu/article/ukraine-gdp-crashed-29-percent-2022-economy-russia-invasion/
8 Cfr. Bondarenko, Y. & Moroz, M. War Damage to Industry. Rapid Damage Assessment. In: VoxUkraine, 2022. Disponibile a: https://voxukraine.org/en/war-damage-to-industry-rapid-damage-assessment [Ultimo accesso: 18/04/2023]
9 https://www.analisidifesa.it/2023/04/manutenzioni-e-riparazioni-in-polonia-per-i-carri-armati-ucraini/
10 https://www.forbes.com/sites/davidaxe/2023/04/04/desperate-for-artillery-ukraine-and-russia-are-reactivating-guns-from-the-1940s-and-50s/?sh=7d11f7dc6a4d
11 Biloslavo, F. Reportage dal Donbass – Nel “tritacarne” di Bakhmut. In Analisi Difesa, 11/04/2023. Disponibile a: https://www.analisidifesa.it/2023/04/reportage-dal-donbass-nel-tritacarne-di-bakhmut/ [Ultimo accesso: 18/04/2023]
12 https://www.forbes.com/sites/davidaxe/2023/04/11/ukraine-is-forming-a-dozen-new-brigades-and-giving-them-old-weaponry/?sh=5c2af91115dc
13 Biloslavo, F. Reportage dal Donbass – Nel “tritacarne” di Bakhmut. Cit.
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