Cicerone e Catilina: il duello

Cicerone e Catilina: il duello

Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?

Questa locuzione di Cicerone è risuonata nelle orecchie di tutti noi almeno una volta, o peggio, ce la siamo trovata davanti in una versione, presagio della prosa non esattamente digeribile dell’Arpinate in sede di traduzione. Tuttavia, dando per certo che Catilina e Cicerone si conoscessero e avessero due storie personali agli antipodi, come si è arrivati alla pronuncia di questa famosa frase?

 

Il brusio dell’aula del senato ricordava quello di un alveare. Decine di toghe bianche affiancate le une alle altre, indossate da uomini intenti a scambiarsi maldicenze e pettegolezzi.

Marco Tullio si passò una mano sul naso e deglutì. Aveva sempre la bocca secca prima di un’orazione. Mordicchiò il labbro inferiore e spostò lo sguardo dagli appunti del fido Tirone spaziando su tutta l’aula. Laggiù, in disparte e contornato dai suoi, Lucio Sergio Catilina ostentava calma. Abituato com’era a gestire la pressione sui campi di battaglia, un’interrogazione in senato doveva sembrargli una passeggiata.

Marco Tullio strizzò gli occhi, indugiando un attimo di troppo sulla figura dell’accusato. Catilina incontrò il suo sguardo, alzando il mento con aria di sfida.

Bene bene, Marco Tullio Cicerone. Principe degli avvocati, parlatore mellifluo e reverendissimo console, hai deciso di andare fino in fondo in spregio alla nostra vecchia amicizia? Sotto tutto quel grasso allora c’è un pezzettino di fegato.

Cicerone incrociò le braccia sul petto senza battere le palpebre.

Non credere che attacchi con me, Catilina. Sarai un campione di eloquenza, ma le tue provocazioni lasciano molto a desiderare. La giustizia farà il suo corso senza scenate teatrali.

Catilina piegò leggermente il capo e inarcò un sopracciglio.

Giustizia, dici? Ti riferisci ai brogli elettorali con cui tu e i tuoi amici mi avete sbarrato la strada al consolato?

Marco Tullio si morse la lingua. Abbassò lo sguardo mentre la bile gli inondava la bocca. Rialzando gli occhi, incontrò ancora l’espressione rapace di Catilina.

Sei diventato un ipocrita, Marco, ma questo non mi stupisce. La repubblica è ormai un letamaio a tutti i livelli, capace solo di svezzare ladri e criminali, o di corrompere anche gli uomini un tempo dabbene come te. Non può durare così, e lo sai.

Il pugno di Cicerone si abbatté sul banco. Alcuni senatori si zittirono, voltandosi verso di lui.

“Tutto bene, Marco Tullio?”.

“Sì, ho solo…dei fastidi allo stomaco che mi tormentano”.

“Beh, fatteli passare, tra un attimo tocca a te”.

Cicerone annuì, passandosi una mano tra i capelli. Tornò a incrociare lo sguardo di Catilina, strizzando gli occhi.

Cosa ti aspetti che faccia, Lucio? Devo sedermi ad aspettare che tu sovverta le istituzioni della repubblica? Vuoi un’altra guerra civile?

Catilina distolse un momento lo sguardo, bisbigliando nell’orecchio di uno dei suoi. Incrociò le braccia e rialzò gli occhi verso Cicerone.

A volte occorre rischiare molto per un obiettivo più grande. Io voglio solo salvare la repubblica dai parassiti del volgo, e sono disposto a tutto per riuscirci. Chiediti questo, Marco Tullio: ti rendi conto che fermando me, distruggerai ciò per cui ti batti?

Cicerone storse la bocca. Una mano gli si poggiò sulla spalla e un bisbiglio gli sibilò nell’orecchio.

“Marco Tullio, tocca a te”.

Congedò il senatore con un cenno e volse ancora lo sguardo verso Catilina.

Forse finirai per aver ragione, ma sei pericoloso, e io devo fermarti.

Cicerone scese i gradini tra i banche, guadagnando il centro dell’emiciclo. Il brusio dei senatori scemò nella pausa retorica accuratamente preparata. Lo sguardo di Marco Tullio cadde un ultimo istante sull’obiettivo della sua orazione, poi allargò le spalle e inspirò.

“Per quanto ancora abuserai della nostra pazienza, Catilina?”.

 

Luigi Oriani

L’autore: Nasce a Milano alla fine di maggio nel 1992. Appassionato da sempre di storia, cresce divorando romanzi e saggi relativi ai più disparati periodi storici, con una particolare passione per Roma in ogni sua età. Dopo il liceo classico, si laurea in economia e continua a coltivare la passione per la storia e la narrativa con il progetto del suo primo romanzo storico attualmente in lavorazione.

 

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