L’impatto del conflitto in Ucraina sulle tecnologie adoperate sui campi di battaglia è ormai da tempo diventato evidente soprattutto per quanto riguarda i veicoli senza pilota, comunemente detti droni.
Geopolitica Imperii da tempo segue e analizza gli sviluppi di questi nuovi sistemi d’arma sulle tecnologie e sui mezzi impiegati dalle forze armate di ogni stato moderno. Già nel 2021 avevamo scritto delle nuove possibilità offerte dai droni a basso costo. In seguito, abbiamo anche scritto del nuovo rivoluzionario ruolo dei droni non solo in missioni d’attacco dirette, ma anche come preziosi osservatori d’artiglieria, e come questa nuova frontiera d’utilizzo potrebbe portare all‘estinzione degli elicotteri d’attacco nel ruolo di supporto di fuoco a corto raggio.
Volendo continuare questa rubrica sull’impatto dei droni sui sistemi d’arma esistenti, riteniamo utile riflettere anche su un’ulteriore funzione tattica tradizionale che potrebbe anch’essa essere rivoluzionata nella sua conformazione, ovvero la ricognizione terrestre.
La ricognizione: un concetto
Le attività di ricognizione o di esplorazione si inquadrano nel teatro bellico come operazioni volte a saggiare le condizioni sul campo e conseguentemente integrare, confermare o smentire le informazioni già disponibili ai decisori militari (a vario livello) nello specifico contesto in cui vengono attuate.1
Si tratta quindi di operazioni fondamentali, ma che diventano vitali specialmente nella guerre fra forze convenzionali, ovvero fra le forze armate di stati avversari, poiché da esse dipende anche l’organizzazione e il successo delle grandi manovre militari.2
Spetta quindi alle unità esploranti e di ricognizione saggiare le forze del nemico individuandone forze e carenze, oltre ad essere deputate alla segnalazione di obiettivi critici e all’eventuale ingaggio di forze nemiche pari ruolo3.
Risulta quindi critico non solo il rapporto fra la forza esplorante e la grande manovra (ovvero gli stati maggiori che vi sovrintendono), ma anche fra il tempismo dell’esplorazione e il movimento concertato degli altri elementi nel teatro operativo. Un utilizzo troppo parsimonioso delle aliquote esploranti può condurre all’ispessimento della «nebbia di guerra» , ovvero al rarefarsi delle informazioni disponibili su forza, consistenza, dispiegamento, qualità e tipo delle truppe avversarie, alla perdita del dominio sull’orografia locale (venendo meno la gestione attiva del territorio al mutare delle condizioni sopracitate), oltre che alla perdita di iniziativa a livello tattico.
Un utilizzo delle aliquote esploranti senza un adeguato tempismo può avere effetti simili, ma può anche condurre alla creazione di flussi informativi asincroni e avulsi dal concerto generale della grande manovra, laddove il lancio di missioni di ricognizione in eccessivo anticipo può produrre informazioni che poi saranno già obsolete quando si dovesse cominciare la manovra, mentre un utilizzo in ritardo può condurre alla dispersione di informazioni chiave, dovendo gli stati maggiori occuparsi di molteplici responsabilità ad uno stesso tempo in momenti critici e di alta pressione.
L’evoluzione dell’esplorazione nella guerra Russo-Ucraina.
Senza volersi espandere eccessivamente fino a coprire gli eventi a partire dal 2022 fino ad oggi, è essenziale valutare i risultati della cosiddetta offensiva estiva effettuata nel 2023 dalle forze armate ucraine.
Fra le altre cose, il fallimento delle manovre ucraine viene attribuito anche alla mancanza di ricognizione ovvero all’incapacità di stabilire dei flussi informativi che potessero far levare la nebbia di guerra sulla consistenza e la conformazione delle linee difensive russe, peraltro relativamente statiche.4
Al contrario, è stato il difensore russo, avvalendosi di un’alta densità di droni di varia misura e tipo, a mantenere una perenne superiorità ricognitiva, rendendo possibile l’individuazione dei punti focali degli attacchi ucraini con largo anticipo, rilevandone il concentramento delle forze ancora in fase preliminare e sottoponendoli ad attacchi mirati di artiglieria ed elicotteri.5 Così facendo, le forze attaccanti si ritrovavano già debilitate ancor prima del contatto con le linee nemiche.
Utilizzando uno schema classico di difesa elastica, il difensore russo ha potuto dosare le proprie (già limitate) forze facendole ripiegare su seconde o terze linee di difesa una volta inflitto il maggior numero di perditepossibile, avvalendosi anche di appropriati moltiplicatori di forze (campi minati, colli di bottiglia, ostacoli invalicabili ecc.).6
Di conseguenza, gli attacchi ucraini si sono quasi sempre impantanati in un labirinto di mine e ostacoli rimanendo vulnerabili al fuoco nemico. Una volta raggiunto il livello di saturazione, le riserve tattiche russe hanno spesso potuto respingere ciò che rimaneva del nemico sulle proprie posizioni di partenza.7
Nel corso del 2024, il lento rateo di avanzata delle forze russe ha evidenziato come anch’esse siano soggette a limiti simili in fase di preparazione8.
Le nuove potenzialità dei droni, capaci di produrre informazioni precise in tempo reale per l’artiglieria, oltre che per i velivoli e per le munizioni vaganti, dà spazio ad una nuova sinergia fra gli strumenti di ricognizione e la capacità di eliminare mezzi e personale nemico. Da alcuni analisti questa nuova dinamica è stata definita come «complesso tattico-ricognitivo d’attacco» (Tactical Reconnaissance-Strike Complex), definendolo come un sistema capace di integrare «il fuoco d’artiglieria guidato da droni, munizioni di precisione lanciate da velivoli senza pilota, ad ala fissa o rotante, e un gran numero di munizioni vaganti».9
Nel complesso, questa definizione rispecchia lo spostamento del paradigma dal supporto di artiglieria agli attacchi mirati con droni, in quanto l’artiglieria convenzionale è costretta nell’impiego dall’onnipresente rischio del fuoco di controbatteria, che quindi la obbliga al costante riposizionamento senza raggiungere soglie anche minime di saturazione di fuoco sui bersagli assegnati.10
Al contrario, l’utilizzo dei droni apre nuove prospettive per quanto riguarda la «catena di distruzione» (kill chain), ovvero il processo che va dall’individuazione dei bersagli fino alla loro neutralizzazione, mettendo al contempo in discussione il concetto stesso di superiorità aerea11 e la necessità di avere truppe di terra dedicate all’esplorazione nel contesto della grande manovra e dello scontro fra forze convenzionali.
Conseguenze
Per quanto il «complesso tattico-ricognitivo d’attacco» emerso come paradigma dominante nella guerra russo-ucraina abbia conseguenze amplissime a livello sia tattico sia strategico, in questa sede se ne vogliono evidenziare le potenziali ricadute sul sistema tattico-ricognitivo.
Innanzitutto, lo status quo della guerra in corso risulta essere quello di una guerra sostanzialmente di posizione, in cui la concentrazione di forze e tutte le principali fasi della manovra (incluso lo sfondamento) risultano praticamente inattuabili.12
Vista l’integrazione verticale della «catena di distruzione» , in cui i tempi dei flussi informativi sono ridotti al minimo e la distruzione del bersaglio può avvenire in pochissimo tempo, una delle problematiche che emerge è quella attorno al ruolo e all’utilità delle unità esploranti di terra.
La questione emerge anche a livello operativo: ad oggi le unità di cavalleria di molte forze armate occidentali, anche nell’Esercito Italiano, sono dotate di aliquote di «cavalleria di linea» equipaggiate in gran parte con veicoli blindati cacciacarri e da trasporto, deputate ad effettuare operazioni di esplorazione. Tuttavia, il nuovo paradigma descritto precedentemente pone in dubbio la validità, se non fattuale, almeno concettuale di questi reparti, visto che la particolare enfasi su velocità e leggerezza degli equipaggiamenti ha ormai perso molta della sua utilità sul campo di battaglia e l’esposizione al fuoco nemico (soprattutto da parte di droni) non sembra inferiore a quella dei mezzi corazzati.
Per sfuggire alla minaccia onnipresente dei droni, in Ucraina si è cominciato a sperimentare l’utilizzo di piccole unità dotate di moto da cross per l’infiltrazione e l’esplorazione a livello operativo.13
Rimane chiaro che le dinamiche della guerra russo-ucraina non possono essere completamente sovrapposte ad ipotetici scenari che coinvolgerebbero paesi, come l’Italia, con caratteristiche geografiche ed orografiche molto diverse da quelle delle vastissime pianure teatro dei combattimenti in corso – caratteristiche che determinano in modo non trascurabile il tipo di mezzi di cui una forza armata decide di dotarsi.
Ad ogni modo, l’integrazione di propri droni piccoli e medi per interferire con quelli del nemico oltre che per potenziare le capacità di ricognizione appare come una delle necessità più impellenti per aggiornare i reparti esploranti alle nuove realtà sul campo di battaglia, fermo restando che ciò dev’essere accompagnato da profonde riflessioni sul ruolo delle unità esploranti nel contesto della grande manovra.
Orlando Miceli
Note
1Cfr. Cutropia, C. Evoluzione della capacità di reconnaisance. In: DifesaOnline, 23/05/2022. Disponbile a https://www.difesaonline.it/mondo-militare/centro-studi-esercito/evoluzione-della-capacit%C3%A0-di-reconnaisance [Ultimo accesso: 02/02.2025]
2Ibidem.
3Ibidem.
4Kagan, Frederick W. et al. UKRAINE AND THE PROBLEM OF RESTORING MANEUVER IN CONTEMPORARY WAR, 2024. In: ISW, Agosto 2024. pp. 26-27. Disponibile a: https://www.understandingwar.org/sites/default/files/Ukraine%20and%20the%20Problem%20of%20Restoring%20Maneuver%20in%20Contemporary%20War_final.pdf [Ultimo accesso: 02/02.2025]
5Ibidem.
6Ibidem.
7Ibidem.
8Ibidem, pp. 31-35.
9Cfr, Ibidem, pp. 40.
10Ibidem, pp. 40.
11Cfr. Ibidem, pp. 39-41
12Ibidem, pp. 38
13Axe, D. Dozens Of Russians Attacked Vuhledar On Dirt Bikes. A Ukrainian Brigade Blew Up 19 Of Them. In: Forbes, 03/07/2024. Disponbile a: https://www.forbes.com/sites/davidaxe/2024/07/03/dozens-of-russians-attacked-vuhledar-on-dirt-bikes-a-ukrainian-brigade-blew-up-19-of-them/ [Ultimo accesso: 02/02.2025]